Scrivo mentre ribolle la disputa sulle nuove norme destinate a regolare il futuro dello sport italiano. L’impresa è improba e il risultato, almeno per ora, incerto. I problemi del nostro sport erano già tanti prima del coronavirus e ora sono, naturalmente, non solo più numerosi ma anche molto più gravi. Questa è la ragione per la quale, nel nostro piccolo (che poi così piccolo non è), abbiamo deciso mesi fa di rinviare i progetti ambiziosi del 2020 e di metterci in campo per offrire sostegno alla ripartenza.
Il messaggio che offriva la disponibilità dell’ANSMeS ad affiancare società, dirigenti, allenatori, operatori sportivi per affrontare l’emergenza, limitarne i danni e ripartire fu trasmesso ai vertici dello sport italiano e diffuso a tutti. Solo tra qualche tempo sarà possibile valutare i risultati di questo gigantesco sforzo che lo sport, soprattutto quello di base, sta ora facendo per non chiudere i battenti, per sopravvivere e riprendersi. Per ora, mentre chi può si concede un po’ di pausa estiva, ci teniamo a dire che la passione e le energie di tanti di noi sono all’opera, secondo le buone tradizioni della nostra Associazione, e che questa attività durerà nel tempo, fino a quando servirà.
Vorremmo anche però che il mondo politico, che tanto ardore sta dedicando alla riforma, non dimenticasse le promesse fatte nei giorni bui dell’emergenza; e che trovasse, magari tra le pieghe dei cospicui fondi di provenienza europea, anche le risorse economiche per dare sul serio allo sport di base le priorità che merita.
Ancora una volta parole al vento? Speriamo di no!
di Gianni Gola