In Italia un bambino su cinque è sedentario. Il dato, l’ultimo in ordine di tempo, arriva dall’indagine di Openpolis e dell’impresa sociale Con i bambini. Fotografa una situazione preoccupante per le conseguenze legate all’immediato futuro. Perché sappiamo tutti l’impatto delle conseguenze di una vita senza sport in termine di benessere, abitudini alimentari, spesa sanitaria, crescita di una generazione. Lo sport è per sempre. E se non lo pratichi fin dalla giovane età condizionerà inevitabilmente il cammino quotidiano di un individuo.
A condurre uno stile di vita più sedentario - ci racconta il report - sono soprattutto i bambini e le bambine tra i 6 e i 10 anni (che passano da una percentuale del 18,5% ad una del 24,9%). A seguire la fascia tra gli 11 e i 14 anni (cresciuta dal 15,7% al 21,3%) e infine la fascia 15-17enni (aumentata dell’1,1%, dal 18,8% al 19,9%).
Le cause? Innanzitutto le difficoltà economiche delle famiglie e la povertà. C’è, insomma, un rischio di esclusione sociale che colpisce il 58,4% dei minori impossibilitati a permettersi attività fuori casa a pagamento. Per superarlo si potrebbe valorizzare il patrimonio di palestre scolastiche del nostro Paese (il 35,8% delle scuole ne hanno una) aprendole il pomeriggio. La mappa delle palestre è a macchia di leopardo.
Una quota che supera il 40% nel Nord-ovest (41,3%), e si attesta ad alcuni punti da questa soglia nel Nord-est (37%) e nel centro Italia (36,7%). Resta invece piuttosto indietro il Mezzogiorno. Nel Sud continentale il 31,7% degli edifici ha la palestra, nelle isole il 30,1%. Tra le regioni tuttavia, dopo la Liguria (52,4%), è la Puglia a mostrare la presenza più diffusa (48,4%), seguita da Toscana, Veneto e Lombardia (44-45% circa). Agli ultimi posti, con meno di un edificio su 4 dotato di palestra, Sicilia (24,6%), Umbria (23,3%) e Calabria (meno del 20%).
Tra le città capoluogo, a Monza e Firenze il 72% degli edifici scolastici attivi nell’anno scolastico 2022/23 ha la palestra scolastica. Seguono i comuni di Barletta, Andria, Bologna, Savona, Pavia, Lecco e Prato, con oltre 2/3 degli edifici con palestra.
Agli ultimi posti, con meno del 10% di edifici scolastici statali dotati di palestra, ecco L’Aquila e Forlì (entrambe al 8,6%), Catanzaro (8%) e Catania (7,3%).
Per colmare questo gap può diventare importante anche il ruolo delle associazioni benemerite come la nostra. Infatti, i progetti dell’Ansmes, che copre ormai quasi tutto il territorio nazionale in termini di presenza, possono rappresentare una valida alternativa, alla portata di tutti, per la pratica sportiva soprattutto dei più giovani. Il Consiglio nazionale in programma venerdì 12 aprile presso la sede del Cip a Roma e l’Assemblea nazionale del giorno successivo, affronteranno anche questa tematica. L’invito alle sezioni provinciali e ai comitati regionali è quello di scendere in campo al più presto, mobilitando energie, risorse e professionalità che non mancano. Possiamo fare la nostra parte, piccola ma significativa. Anche un solo bambino inserito in un progetto di pratica sportiva rappresenterà giù una vittoria. Proviamoci.
Il presidente nazionale
Francesco Conforti