Biglietti per i Giochi di Pechino non ce ne sono più. Non sono esauriti. Sono stati ritirati dai botteghini. A 17 giorni dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali, la Cina ha annullato la vendita al pubblico. Negli impianti entreranno solo gli invitati speciali, come misura di controllo sanitario, una stretta contro il Covid e la variante Omicron arrivata nel Paese. L’ipotesi precedente prevedeva la presenza di spettatori fino al 50% della capienza degli impianti. Così, pare di rileggere le preoccupazioni che agitavano Tokyo nell’imminenza delle scorse Olimpiadi estive. Sta arrivando un’altra edizione tormentata, con la speranza che i risultati e le storie degli atleti la riscattino come accadde in Giappone.
A Pechino è un'autentica gestione del panico per il primo caso locale di Omicron. Si tratta di una ragazza di 26 anni risultata positiva sabato sera alla nuova variante lei nelle ultime due settimane non era mai uscita dalla città. Si è infettata con un pacco, contenente una lettera, partito da Toronto, transitato prima negli Usa e poi a Hong Kong su cui sarebbero state trovate tracce di Covid. Una versione che ha fatto però sollevare qualche dubbio.
Poche ore dopo la notizia della positività, tutti gli spostamenti della 26enne e i luoghi che ha visitato sono stati resi pubblici (centri commerciali, ristoranti, un impianto sciistico - che non fa parte, però, del circuito olimpico). La sua famiglia, il corriere e una sessantina di contatti stretti messi in quarantena e 16mila persone sono state già testate (negative), l'edificio dove lavora subito chiuso con i volontari che portavano coperte e cuscini a chi era rimasto dentro per prepararsi alle lunghe attese per i tamponi.
Quella contro Omicron è la battaglia più impegnativa che la Cina della tolleranza zero deve ora affrontare. E che rischia di mettere a dura prova la strategia del governo, che negli ultimi due anni ha aiutato a mantenere i contagi - e i decessi - a livelli imparagonabili a quelli dell'Occidente.