“---SE TALVOLTA LE DONNE VENGONO PRESE A PALLONATE NEL MONDO, NOI, AL CONTRARIO, LE FACCIAMO GIOCARE AL PALLONE…”

Toscana
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Venerdì scorso, nella sala tecnica dello stadio comunale di Piandiscò-Castelfranco, organizzata dall’intraprendente Paolo FIRLI, Stella di Bronzo del Comitato provinciale aretino, Direttore Generale della U.S. Faellese 1971 (militante in terza categoria e Scuola Calcio) e del Presidente Simone BUSET, si è tenuto un incontro formativo sulla presenza delle donne nello Sport, e in particolare nel mondo del calcio femminile.

Dopo i saluti ai numerosissimi presenti da parte del D.G. Paolo FIRLI, ha preso la parola il Presidente provinciale ANSMeS Carlo POLCI che ha ricordato il cammino delle donne nell’ AIA, un mondo a lungo interamente al maschile, menzionando la livornese Maria Sole Ferrieri Caputi (prima donna che ha arbitrato una partita di serie A, arbitra internazionale già dal 2019) alla quale poi hanno fatto seguito gli ingressi di numerose altre donne. Ha preso poi la parola la professoressa Anna Maria BECATTINI, consigliera del Comitato Provinciale ANSMeS di Arezzo, docente all’ ISIS, Istituto Statale d’Istruzione Superiore, di S.Giovanni V.no che ha illustrato il lungo cammino delle donne per conquistare un posto nello Sport, partendo dalle Olimpiadi di Olimpia dell’anno 776 a.C.(create per onorare Zeus) dove le donne non erano ammesse, salvo le sacerdotesse del tempio di Hera, la sposa di Zeus. Nemmeno ad Atene, nel 1996, nella prima Olimpiade moderna, furono ammesse ufficialmente: una sola donna si presentò per partecipare alla maratona, Stamati Revithi, greca, che gareggiò da sola il giorno dopo della competizione maschile senza essere inserita nelle classifiche ufficiali.

Anna Maria BECATTINI ha proseguito velocemente, nel suo intervento, sottolineando che De Coubertin ammise ufficialmente a partecipare le donne solo a Los Angeles, nel 1928 (nelle edizioni precedenti la loro sporadica presenza non era ufficiale) dopo l’incessante lotta per l’emancipazione sportiva delle donne condotta da Alice Milliat, che organizzò i primi Jeux Olympiques Féminins a Parigi nel 1922, a cui assistettero incredibilmente oltre 20.000 spettatori. Ha poi ricordato la crescita graduale della presenza delle donne alle Olimpiadi: da Parigi 1900, due sole donne su 600 uomini; alla prima donna nel nuoto nel 1912, la prima ciclista in quelle del 1924; la prima medaglia d’oro di una donna italiana, Ondina Valla a Berlino 1936; varie donne che parteciparono poi come Ágnes Keleti, vincitrice tra Helsinki 1952 e Melbourne 1956 di ben 10 medaglie olimpiche, di cui 5 d’oro, una ginnasta israelo-ungherese sopravvissuta alla Shoa; la tennista Lea Pericoli, la saltatrice Sara Simeoni; la prima donna mussulmana alle Olimpiadi del 1996, Lida Fariman nel tiro a segno; l’arrivo sofferto di Gabriela Schiess Andersen nella maratona di Los Angeles del 1996; la presenza del pugilato femminile a Londra 2012; sino ad arrivare a sport misti come nel Badminton; senza dimenticare la curiosa partecipazione di Katerine Switzer alla maratona maschile di Boston del 1967 o le numerose medaglie vinte dalla nazionale italiana di Ginnastica Ritmica sotto la direzione tecnica di Emanuela Maccarani. Solo a Londra 2012 le discipline maschili furono pari a quelle femminili e solo da Parigi 2024 il numero dei partecipanti sarà equivalente per maschi e femmine. Una conquista importante: il raggiungimento di una parità di genere anche se ancora ci sono diversità evidenti come la copertura mediatica differente tra competizioni maschili e femminili e altre.

Ha preso la parola poi Attilio SORBI, cortonese di nascita, un passato di mezzala di regia, che ha esordito nel 1977 nel Montevarchi per poi andare in serie B alla Ternana, per poi raggiungere la serie A con la Roma allenata dal Nils Liedholm. Un infortunio lo costringe a sei mesi di fermo e si trasferì poi a Pisa che, nel 1984, ottenne la promozione in serie A. Di seguito nel Padova, Bologna, Venezia, Cavese, Battipagliese e Rondinella dove terminò la sua carriera di calciatore nel 1994.

Ha allenato varie squadre iniziando dalla Sangiovannese, poi Olbia, Montevarchi Portogruaro. Nel 2008 è docente alla Scuola Allenatori FIGC. Nel 2017 viene nominato vice allenatore del C.T. Milena Bertolini nella nazionale italiana femminile, partecipando al campionato mondiale 2019. Dal 2019 al 2021 è stato allenatore dell'Inter femminile, neopromossa in Serie A.

Nella sua descrizione della figura dell’allenatore, in particolar modo di calciatrici, Attilio SORBI ha sottolineato che queste non potranno mai offrire solo una prestazione di forza ma bensì di bellezza e che l’allenatore deve essere sempre un grande contenitore da riempire con tanta empatia e tantissime informazioni dei componenti la squadra: “… uno scambio continuo di opinioni tra allenatore e atleta…” “…ci vuole passione ma anche tantissimo amore, non si lavora ma si fanno tanti sacrifici… “ “l’allenatore deve fare tanta accoglienza ai bambini, deve creare la gioia di giocare al calcio che ti fa star bene… “ “…nel calcio, dove si gioca assieme ad altre persone, la testa deve prendere rapidissime decisioni da trasformare in gioia attraverso i piedi…” “ …fare esperienza nel calcio maschile dove prevale la forza per poi passare a quello femminile dove impera la bellezza per poi tornare a quello maschile con tantissima altra esperienza in più...” Questi i concetti principali che SORBI ha voluto sottolineare affermando alla conclusione del suo intervento che ogni singolo atleta va trattato in modo personalizzato, ognuno diverso dall’altro.

L’incontro è poi terminato con tante domande da parte dei presenti alle quali i relatori hanno dato esaudienti risposte.

Una serata molto interessante!