III Torneo dell'Amicizia di calcio a 5 - Casa Circondariale "Don Bosco" di Pisa.

Toscana
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“III TORNEO DELL’AMICIZIA DI CALCIO A 5”

                     "Rieducare con lo Sport, per non morire di carcere"

Lunedì 28 Ottobre 2024 ha avuto inizio il “III Torneo dell’Amicizia di Calcio a 5”, riservato alla popolazione detenuta maschile della Casa Circondariale “Don Bosco” di Pisa, Torneo ideato e organizzato da questo Comitato, che tanto apprezzamento e considerazione riscuote tra tutti i detenuti.

Per questa edizione sono state allestite quattro formazioni che si affronteranno in un torneo all’italiana, con disputa delle semifinali e delle finali.

La novità più interessante è rappresentata dagli Arbitri che dirigeranno tutte queste incerte e non facili partite: i Direttori di gara saranno gli stessi detenuti che hanno frequentato con profitto l’apposito Corso per Arbitro (10 incontri) organizzato sempre da questo Comitato con la preziosa collaborazione della Sezione Arbitri della F.I.G.C. “R. Gianni” di Pisa.

Si tratta, questo, di un momento educativo non trascurabile - primo caso sicuramente nel nostro Paese! – voluto espressamente dalla Direzione del carcere e avallato da questo Comitato. Applicare “regole” in questo contesto non è impresa di poco conto. Si tratta di una sfida che noi tutti abbiamo ritenuto di accettare, pur consapevoli delle oggettive difficoltà che presenta. Le prime due partite sono scivolate via senza eccessivi patemi, pur a fronte di un calcio di rigore concesso con eccessiva magnanimità (è un eufemismo...!) e mal digerito dalla squadra che lo ha subito. Comunque, i detenuti cominciano a capire che l’Arbitro va rispettato e che può anche commettere qualche errore: e di “errori” se ne commettono tanti, e non sono sempre da parte degli Arbitri…….

“Questo progetto”, ci dice il Presidente pisano ANSMeS Michele D’Alascio, “nasce con lo scopo di poter offrire ai detenuti la possibilità di praticare attività sportiva e di partecipare a momenti formativi su tematiche legate allo Sport. L’attività fisica nei luoghi di detenzione è una sfida che deve essere affrontata e risolta per le molte implicazioni e ricadute positive sulla rieducazione. L’ozio e l’inattività legati alla permanenza in carcere producono effetti devastanti sul fisico dei detenuti che determinano un ostacolo al processo di rieducazione che rappresenta l’obiettivo primario del sistema penitenziario. Lo Sport, l’esercizio fisico abbassano le tensioni emotive, riducono le malattie ed aiutano il detenuto a vivere meglio in un ambiente spesso sovraffollato e privo di risorse e stimoli. Lo Sport, a mio avviso, rappresenta per il detenuto uno strumento di crescita soprattutto umana, un momento di confronto con persone di origini cultura e nazionalità diverse”.

                                                          Michele D’Alascio