IL POTERE DEL GIOCO: CONVEGNO A TRENTO
L’intento dell’incontro era un’apertura critica rispetto a temi tanto complessi quanto attuali e grazie anche alle testimonianze di Lorenzo Ianes, giovane velocista di spicco nel panorama italiano e Francesca Bosio, atleta paralimpica, capitana della nazionale di Sitting volley, si è potuto toccare con mano attraverso le loro esperienze quanto discusso.
Lo sport riflette la storia politica, economica e sociale di un Paese e spesso diventa una potente piattaforma per il cambiamento o per rivelare contraddizioni nascoste, è così che porta inevitabilmente ad una riflessione critica sulle norme sociali e culturali. Si è parlato di cosa significhi inclusione a livello psicologico e socio-culturale, di equità, delle contraddizioni in essere e di quanto nella quotidianità contino il senso di responsabilità e la rinuncia al giudizio per agire in modo significativo all’interno del panorama sportivo.
Riflettendo sul confronto tra sport e gioco abbiamo potuto comprendere quanto in realtà siano più similari che diversi e come se ogni gioco non è uno sport, ogni sport è un gioco e attraverso di esso è possibile compiere cose straordinarie sia lavorando sull’inclusione che trasversalmente come strumento ad esempio contro violenze e privazioni; per rafforzare le difese contro le molestie sessuali e la discriminazione di genere e di casta; come modo per affrontare lo stress cronico, per lavorare sulla sicurezza di sé o come riabilitazione psico- fisica.
Non solo, benché sia un concetto contrapposto al lavoro, il gioco e il gioco inteso come sport training è utilizzato nelle aziende (e grandi aziende) e nell’ambito educativo come acceleratore di apprendimento perché grazie ad esso si stimolano l’apertura, la curiosità, la creatività, l’esplorazione, la sperimentazione di cose nuove, la possibilità di avere prospettive diverse (ad esempio, attraverso una lente umoristica o fantastica); un momento in cui sbagliare non solo è consentito ma è anche funzionale all’apprendimento. Attraverso di esso è possibile trovare soluzioni creative ai problemi e sviluppare nuove linee di pensiero in un contesto “sicuro” in cui sentirsi liberi di sperimentare.
Se tutto ciò sembra contrapposi allo sport agonistico, basti pensare che il gioco coinvolge le stesse regioni celebrali e ha lo stesso funzionamento del tanto ambito stato di flow in cui gli atleti performano in maniera ottimale.
(Relatrice la Dssa Brunella Valenti - Psicologa dello Sport)
Nelle Foto
1) La sala del Convegno
2) Il tavolo con i relatori da sx Francesca Bosio - Dssa Valenti - Lorenzo Ianes)
3) L'intervento di Marco Zoller - Delegato ANSMeS Trento