La prima volta di una donna alla Dakar: Jutta Kleinschmidt, la regina del deserto, è l’unica signora ad aver vinto il rally Parigi-Dakar. Il 21 gennaio 2001 il grande colpo per la tedesca che ha trionfato a Dakar, edizione numero 23, venti tappe, 10.219 chilometri e ventuno giorni di sabbia, fatica, speroni rocciosi, che lei ha corso sempre al meglio con la Mitsubishi.
Jutta, bionda, nata a Colonia 38 anni prima, un po’ spigolosa, pilota tenace e preparata e una passione per i motori davvero infinita, una passione maturata sin dall’università dove si è laureata in ingegneria. Subito dopo ha lavorato per sei anni alla BMW con il compito di ingegnere dello sviluppo. Amante dei motori tanto da spingerla a correre davvero. Esordio nel 1987 al Rally dei Faraoni, in Egitto, ma non con una macchina bensì in sella alle due ruote, una BMW Motorrad. Poco dopo, l’esordio con le quattro ruote, proprio come aveva fatto Tazio Nuvolari.
Alla Dakar, Jutta Kleinschmitd ha corso sedici volte, le prime tre in moto, le altre in macchina ottenendo tre podi (terza nel 1999, prima nel 2001 e seconda nel 2002) sempre con una Mitsubishi Pajero, e dieci vittorie di tappa. Il 2001 è stato il suo anno d’oro: oltre alla Parigi-Dakar, ha conquistato l’Italian Baja. Alla Dakar, dal 2003 al 2006, Jutta ha avuto quale navigatrice una italiana, Fabrizia Pons. Da non dimenticare, poi, che nel 2008 ha vinto la 24 Ore del Nürburgring nella classe S2 al volante di una BMW 330d, condivisa con Thomas Haider, Rainer Kutsch, Marc Hiltscher, arrivando 60esima nella classifica generale.
La Dakar del 2001 ha avuto un epilogo a tratti polemico quando la carovana è arrivata in Africa. Scaramaglie di erano avute anche in Europa, ma poi la sportività non l’ha fatta da padrona, e la stessa Jutta ne è stata protagonista non lasciando passare Schlesser nelle strette strade sterrate senegalesi. Va ricordato che quest’ultimo, Jean-Louis Schlesser, era stato il suo fidanzato e ha corso per il suo team. La relazione tra Jutta e Schlesser è precipitata fino alla rottura, proprio in mezzo al deserto del Sahara, nel 1998.
Torniamo alla Dakar del 2001. Jean-Louis dopo qualche problema che lo ha rallentato in Spagna. Schlesser non l’ha presa bene e il giorno, in Africa, ha deciso di anticipare la sua partenza per rallentare il giapponese Masuoka che era in testa alla classifica. Masuoka, vistosi rallentare, ha tentato il tutto per tutto ma è stato superato anche se poco dopo il giapponese è stato costretto ad alzare bandiera bianca per la rottura della sospensione posteriore avvenuta durante la lotta.
La commissione decide di penalizzare Schlesser e l’altro pilota Servia per comportamento antisportivo: questo ha permesso a Jutta di diventare la prima e, finora, unica donna a vincere la Dakar.
Carlo Santi
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