Addio Black Mamba. La mattina del 26 gennaio 2020 a Los Angeles c’era una nebbia fitta. L’elicottero, un Sikorsky S-76, era decollato dall’aeroporto «John Wayne» di Orange County, a pochi chilometri dalla casa di Kobe Bryant. Ma il pilota, Ara Zobayan, aveva deciso di proseguire. Pochi minuti dopo l’elicottero si è disintegrato contro una delle colline dell’area uccidendo sul colpo non solo Zobayan, ma anche Kobe Bryant, la figlia Gianna, 13 anni, e altri sei amici che volavano con loro. Nella nebbia, il pilota ha perso l’orientamento, credeva di prendere quota mentre, in realtà, precipitava e non ha fatto affidamento sugli strumenti di bordo: si è basato sulla sua esperienza, sbagliando.
Quel giorno è morto uno dei più grandi giocatori di basket, Kobe Bryant, il predestinato, il campione cresciuto in Italia e diventato immenso nella Nba con la maglia dei Lakers di Los Angeles. Era nato a Philedelphia il 23 agosto del 1978 ed era il figlio di Joe Bryant, cestista che ha giocato in Italia tra il 1984 e il 1991 a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. Proprio in Italia il piccolo Kobe ha cominciato a giocare a pallacanestro, qui ha imparato i fondamentali e lui non solo non ha mai rinnegato questo ma ha sempre considerato l’Italia casa sua parlando, quando poteva, nella nostra lingua. Anzi, ogni anno non mancava di fare una visita nel Belpaese.
Kobe, il Black Mambo come amava definirsi rispecchiandosi nel terribile serpente, ha sempre ammirato e studiato i grandi, Magic Johnson e Michael Jordan ripetendo all’infinito i loro gesti tecnici, al Draft della Nba si è dichiarato eleggibile nel 1996 quando non aveva neppure 18 anni senza passare per il college. Una scelta rischiosa ma vincente. Lo hanno scelto, con il numero 13, i Charlotte Hornets che lo hanno ceduto subito ai Lakers in cambio dei diritti su Vlade Divac. La canotta gialloviola è diventata l’icona della franchigia e lui è stato, anche, il più giovane debuttante nella Lega, a 18 anni e 72 giorni. È diventato un astro, una stella cometa sul pianeta basket. «Il mio segreto? Vedevo il gioco molto prima degli altri», ha spesso ammesso Kobe.
Ha conquistato cinque titoli Nba e due medaglie d’oro alle Olimpiadi con la Nazionale degli Stati Uniti, a Pechino 2008 e Londra 2012, è stato 11 volte nel quintetto ideale della Nba ed è stato il miglior realizzatore dei Lakers con 33.643 punti. Dopo le accuse di stupro da parte di una dipendente di un hotel in Colorado nel 2003, Kobe ha cambiato il numero della sua maglia, dall’8 al 24 (maglie entrambe ritirate dai Lakers e appese al soffitto dello Staples Centre di Los Angeles dopo l’addio al basket il 13 aprile 2016), con il desiderio di dare un taglio al passato. La sua era «Mamba mentality»: si era autoaffibbiato il soprannome «Black Mamba». Contro i Toronto Raptors, il 16 aprile 2006, ha messo a segno 81 punti, secondo punteggio di sempre dopo i 100 punti di Wilt Chamberlain realizzati il 3 marzo 1962.
Carlo Santi
Le puntate precedenti
8 gennaio:1922, I cento anni di Artemio Franchi
9 gennaio: 1900, Luigi Bigiarelli fonda la Lazio
10 gennaio: 1971, L’assurda morte di Ignazio Giunti
11 gennaio: 1935, Amelia Earhart, quando il volo è passione
12 gennaio: 1896, Carlo Airoldi, il primo primatista italiano dell’ora di corsa in pista
13 gennaio: 1910, Nasce la Nazionale italiana di calcio
14 gennaio: 1985, Martina Navrátilová conquista il suo centesimo torneo
15 gennaio: 1892, Nasce la pallacanestro con James Naismith
16 gennaio: 1965, Ron Clarke firma il record del mondo dei 5000 metri
17 gennaio: 1985, A Milano, sotto la neve, crolla il Palasport di San Siro
18 gennaio: 1983, il Cio restituisce ai figli di Jim Thorpe le medaglie olimpiche del 1912
19 gennaio: 1984, Francesco Moser a Città del Messico “frantuma” Merckx
20 gennaio: 1896, a Milano Guido Gatti firma (al coperto) il record dei 10 mila metri
21 gennaio: 2001, Jutta Kleinschmitd prima (e unica) donna a vincere la Parigi-Dakar
22 gennaio: 1973, George Foreman campione dei massimi: Frazier finisce sei volte al tappeto
23 gennaio: 1988, Steffi Graf vince gli Australian Open: è partita la conquista del Grande Slam
24 gennaio: 1976, Sandro Munari, il trionfo del Drago al Rally di Montecarlo
25 gennaio: 1924, a Chamonix la prima volta delle Olimpiadi invernali