Al Madison Square Garden di New York il 27 gennaio 1984 immensa impresa di Carl Lewis nel salto in lungo. Durante i Millrose Games al coperto il figlio del vento è atterrato a 8,79. Una gara stupenda, quella di New York, con il rivale di Carl, Larry Myricks, che lo ha superato con un balzo a 8.39 contro l’8,30. Immediata la reazione di Lewis: il campione del mondo della specialità, oltre che dei 100 e della 4x100 metri, si è scatenato arrivando a 8,79, record del mondo indoor, un record che già apparteneva al campione dell’Alabama, allora ventitreenne, con 8,56. La performance di Carl ha eguagliato anche il suo miglior risultato all’aperto. Un attimo dopo l’impresa al Madison, Lewis ha affermato: «Credo proprio che quest’anno supererò il record di Bob Beamon». Invece, quell’8,90 realizzato nella finale olimpica di Città del Messico 1968 non è stato superato nel 1984 rimanendo al vertice fino all’estate del 1991 quando, al Mondiale di Tokyo, Mike Powell il 30 agosto è atterrato a 8,95, con Lewis “fermo” a un 8,87 regolare e un 8,91 ventoso.
Era l’inverno dell’84 quello che ha visto realizzare questa prestazione, l’anno delle Olimpiadi di Los Angeles. Carl si accingeva a diventare davvero un’icona dello sport, non solo dell’atletica. Al Coliseum, difatti, il figlio del vento ha realizzato un’impresa memorabile: quarantotto anni dopo l’exploit del leggendario Jesse Owens ha centrato l’identico poker d’oro - 100, 200 e 4x100 metri e salto in lungo - diventando un vero mito. Senza dimenticare che Carl, vincitore di nove medaglie d’oro alle Olimpiadi, nel lungo è stato primo in quattro edizioni consecutive dei Giochi, da Los Angeles ’84 ad Atlanta ’96 quando aveva già 35 anni, impresa questa realizzata solo da Al Oerter nel lancio del disco (1956-1968) nell’atletica, al nuotatore Michael Phelps (2004-2016) nel nuoto e al lottatore cubano Mijaín López che nella lotta greco-romana si è imposto, in categorie diverse, dal 2008 al 2020 (21).
Nato a Birmingham, in Alabama, il primo luglio del 1961, Carl ha conosciuto l’atletica nel club di famiglia. I genitori, William ed Evelyn, dopo essersi trasferiti a Wellingbro, nel New Jersey, hanno dato vita a un club di atletica. Il piccolo Carl era spesso lasciato solo a giocare nella sabbia della pedana del salto in lungo. Con lui c’era anche la sorella minore Carol, lei pure diventata atleta di buon livello.
Avviato così alla specialità, Carl Lewis ha poi trovato in Tom Tellez il suo coach. Avrebbe potuto partecipare già alle Olimpiadi di Mosca 1980 - si era qualificato per correre la 4x100 metri - ma il boicottaggio imposto da Jimmy Carter glielo ha impedito. Per la scena internazionale ha dovuto attendere il 1983, l’anno del debutto dei campionati Mondiali voluti da Primo Nebiolo. A Helsinki, la sede scelta per la prima edizione, Carl ha conquistato tre titoli (100, lungo, 4x100 metri), anteprima della grande ribalta olimpica di Los Angeles.
Al Mondiale di Roma nel 1987 sulla pista dello stadio Olimpico, Carl è stato secondo nei 100 metri alle spalle di Ben Johnson che con 9”83 ha realizzato il record del mondo. Successivamente, Ben Johnson dopo essere stato trovato positivo nell’88 alle Olimpiadi di Seul ha ammesso di aver fatto uso del doping già negli anni precedenti è stato privato di medaglie e prestazioni. Carl, quindi, è diventato campione del mondo dell’87 e olimpico dell’88 e il suo 9”92 a Seul riconosciuto primato del mondo.
Carlo Santi
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