2011, Armin Zöggeler vince il sesto titolo mondiale nello slittino

Una storia al giorno
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Armin Zöggeler è un cannibale. Un cannibale dello sport capace nella sua disciplina, lo slittino, di vincere tutto. A 37 anni Armin non si è stancato di buttarsi a valle, sdraiato su uno slittino, sul ghiaccio vivo dei curvoni parabolici e degli stretti rettilinei di piste che solo a guardarle mettono paura. Anzi, nell’esercizio è ancora il migliore, come ha dimostrato il 29 gennaio del 2011 conquistando il titolo mondiale numero 6 a Cesana Pariol, sedici anni dopo il primo, agguantato a Lillehammer. «Su questa pista mi trovo a meraviglia - ha detto l’azzurro - ma vincere in casa non è mai facile, hai tanta pressione. Sì, questo successo ha un gusto davvero speciale». Zöggeler ha vinto con il tempo complessivo di 1’43”538 davanti ai tedeschi Loch (secondo) e Langenhan (terzo).

Cannibale e leggenda dello sport, italiano e internazionale. Alle Olimpiadi invernali Armin ha conquistato sei medaglie consecutive in altrettante edizioni, ed è un record assoluto. Non per questo è diventato una star: è rimasto se stesso. «Io sono semplicemente... Armin - ha raccontato - Mi rigenero a casa, accudendo i cavalli del maso di mio padre e restando in famiglia. A Lana, in Alto Adige, non sono né il campione olimpico né una star dello sport. Sono me stesso».

Re di Olimpia con le sei medaglie al collo: due sono d’oro (Salt Lake City nel 2002 e Torino nel 2006 dove è stato portabandiera nella cerimonia di chiusura), una d’argento (Nagano 1998) e tre di bronzo (Lillehammer 1994, Vancouver 2010, Sochi 2014 dove è stato il portabandiera azzurro). Dopo l’ultima edizione dei Giochi, qualche mese più tardi, a ottobre, Zöggeler ha annunciato il suo addio dalle piste e qualche mese dopo la Federazione italiana gli ha affidato la direzione tecnica della Nazionale.

È lui il più grande atleta di tutti i tempi nel suo sport. Il suo palmares è straordinario. Detto delle medaglie olimpiche, detto dei sei Mondiali vinti, Armin vanta anche 10 Coppe del Mondo e quattro successi ai campionati Europei oltre a 17 titoli italiani assoluti senza contare quelli giovanili. Nato a Merano il 4 gennaio del 1974, Zöggeler ha sempre gareggiato sdraiato nel suo slittino facendo scivolare il corpo dentro un “veicolo” super tecnologico, in fibra di vetro e metallo dal peso di 23 chili. Maresciallo dei Carabinieri, Armin ha cominciato da bambino con lo slittino naturale a Foiana, nel luogo che questa disciplina ha la sua culla. È, quella pista, la vera palestra per chi vuole apprestarsi a diventare un campione per sfidare chi della disciplina è il padrone, ossia i tedeschi.

Dallo slittino naturale a Foiana, Zöggeler è passato sulle piste artificiali dove si vola a 120-130 chilometri orari. I freni? Ci pensano i talloni, sempre sdraiato sulla schiena. Si potrebbe obiettare: va bene la velocità, ma la differenza possono farla i materiali. Vero, ma la differenza vera la fa la voglia di vincere e rischiare, di non avere paura del ghiaccio, l’attenzione a non commettere errori guadagnando millesimi di secondi, quelle frazioni che in gare così valgono tantissimo.

A Foiana aveva 11 anni e alla sua prima gara internazionale, Armin si è imposto. Allora lo seguiva Severin Unterholzner il quale intravedendo le potenzialità del campione, lo ha convinto a passare allo slittino su pista artificiale, specialità che è quella olimpica. Tre anni dopo, Zöggeler sulla pista Panorama di Valdaora ha esordito in questa nuova disciplina e poco dopo, da sedicenne, ha conquistato la Coppa del Mondo juniores.

Da lì è cominciata la sua carriera, una carriera straordinaria, conquista di medaglie e di titoli a non finire. «Ho sempre cercato di fare il mio dovere», ha sempre ammesso Armin perché per lui scendere a mille sdraiato, un pinguino sul ghiaccio, è sempre stata la cosa più naturale del mondo dopo aver studiato e ripetuto mille volte ogni tracciato con freddezza mentre dentro, invece, il sangu bolliva.

Carlo Santi

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