Grandissima impresa il primo febbraio 1987 del saltatore in alto svedese Patrik Sjöberg che ad Atene, in un meeting al coperto nel Palazzo della Pace e dell’Amicizia al Pireo, ha realizzato la miglior prestazione mondiale saltando 2,41. Sotto al tetto il limite precedente apparteneva con 2,40 al tedesco occidentale Carlo Thränhardt ottenuto il 16 gennaio dello stesso anno a Simmerath. Sjöberg, quel primo febbraio 1987 ha anche eguagliato il record assoluto all'aperto della specialità che l’allora sovietico Igor Paklin aveva realizzato alle Universiadi di Kobe, in Giappone, il 4 settembre 1985. Quello stesso giorno, lo svedese era in gara a Rieti e sapeva, grazie al fuso, della performance di Paklin: dopo avere vinto la gara con 2,35 ha chiesto di provare, senza fortuna, 2,42.
Il saltatore svedese all’epoca del primato aveva 22 anni e in quei primi mesi del 1987, anno in cui è poi diventato campione del mondo a Roma con un balzo di 2,38, ha superato i numerosi problemi fisici che lo avevano condizionato nella stagione precedente, problemi che non gli hanno mai permesso di essere sempre al top. In quell’inverno del 1987 per lui caldo, oltre al 2,41 di Atene, Patrik ha ottenuto 2,37 l’8 febbraio a Genk, 2,37 ancora il 12 febbraio a Madrid e 2,40 il 27 dello stesso mese a Berlino dove ha preceduto il suo amico-rivale Thränhardt (2,38). Nella sua unica apparizione fuori dai confini dell’Europa, Sjöberg è stato sconfitto nel meeting Vitalis/Olympic e poi ai Mondiali di Indianapolis, insieme a Thränhardt, non si è classificato nella finale con tre nulli nella misura di ingresso.
Dopo essersi ritirato dalle competizioni, lo svedese ha avuto problemi di alcolismo. Tre Olimpiadi disputate e nonostante fosse sempre il favorito, ha raccolto due argenti (Los Angeles 1984 e Barcellona 1992) e un bronzo (Seul 1988). Nel 1988, a Stoccolma, Sjöberg ha saltato 2,42, allora primato del mondo poi migliorato tre volte dal cubano Javier Sotomayor che lo ha elevato fino a 2,45. Il 2,42 ottenuto nel 1988 rimane il primato europeo, in seguito eguagliato dall’ucraino Bohdan Bondarenko nel 2014.
Una vita movimentata soprattutto nel dopo-sport. Detto dell’alcolismo, nel 2006 in una discoteca nella natale Göteborg ha avuto problemi legati alla droga insieme all’ex ostacolista Sven Nylander, vicenda che gli è costata qualche giorno di carcere. Sjöberg ha ammesso tutto e chiesto pubblicamente scusa. Nel 2011 Patrik ha raccontato molti particolari della sua vita nell’autobiografia «Quello che non hai visto». Ha ricordato che dopo i primi anni tormentati a causa dei litigi dei genitori, ha cominciato a praticare l’atletica seguito dal patrigno, Viljo Nousiainen, allenatore proprio di atletica, di nazionalità finlandese. Nelle pagine del libro, Sjöberg rivela di essere stato abusato sessualmente per molti anni proprio dal patrigno pedofilo. Patrik ha provato vergogna per anni e non ha mai voluto parlarne. Dodici anni dopo la morte di Nousiainen, nel 2011, ha trovato il coraggio di rendere pubblico questo abuso.
Carlo Santi
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