Una medaglia d’oro al Mondiale di sci nordico in Germania Ovest, a Oberstdorf, il 21 febbraio 1987 per Maurilio De Zolt. Il pompiere di San Pietro di Cadore, trentasei anni, ha stravinto la 50 chilometri, la gara dei crolli, delle sofferenze, delle impennate imprevedibili. In questo Mondiale un altro azzurro aveva già conquistato il successo, Marco Albarello che si era imposto nella 15 chilometri. Il Grillo De Zolt, soprannominato così perché in salita con il suo stile saltellante staccava gli avversari, in Germania ha vinto a modo suo: in testa dalla partenza all’arrivo. Lo aveva detto alla vigilia studiando gara e avversari, ha mantenuto la promessa dopo lo studio con i compagni di squadra e lo staff guidato da Mario Azzittà con gli allenatori Vanoi, Manfredini, D’Incà e Longoborghini e con il professor Francesco Conconi da otto anni vicino ai fondisti azzurri.
Partirò forte e poi spingerò ancora, aveva detto Maurilio che alla fine, con questa tattica che può apparire semplice ma non lo è: per metterla in pratica devi avere le gambe, ha staccato il barbuto svedese Thomas Wassberg di 22”3, un fuoriclasse, e il suo connazionale Mogren di 1’23”9. Wassberg lo ha battuto conoscendolo, sapendo che lui è un atleta rapidissimo nel finale e per questo De Zolt ha dovuto osare in partenza, per prendersi un buon vantaggio da amministrare alla fine. «Volevo la medaglia, lui anche - ha affermato l’azzurro - sono arrivato con il fiato corto, ma ho vinto».
Un portento, un campione di razza, Maurilio. Che in Nazionale è arrivato tardi, a ventisette anni, nel 1977, ma nonostante questo aveva le idee chiare. «Aspiro a vincere una medaglia, è chiaro», raccontava allora il Grillo, e di medaglie ne sono arrivate tante in una carriera straordinaria conclusa a quarantaquattro anni. Ha cominciato a vincere quando altri smettevano di gareggiare. Il suo palmares è super: tre medaglie olimpiche (oro a Lillehammer nel 1994, due argenti a Calgary 1988 e ad Albertville 1992, sempre nella 50 km), l’oro Mondiale a Oberstdorf nel 1987, tre argenti nella 50 km e nella staffetta a Seefeld 1998 e nella staffetta a Falun 1993, due bronzi nella 15 km a Seefelf e nella 50 km in Val di Fiemme 1991 ma anche quattro successi nella Marcialonga, la più importante granfondo che si svolge in Italia, senza contare le vittorie in Coppa del Mondo e i titoli nazionali.
Nato a San Pietro di Cadore in provincia di Belluno il 25 settembre 1950, Maurilio all’inizio della carriera internazionale ha avuto qualche problema di adattamento alla tecnica del passo pattinato prima di diventarne uno dei migliori interpreti. Due Olimpiadi, le prime, Lake Placid 1980 e Sarajevo 1984, senza sussulti così come i primi Mondiali, Lathi 1978 e Oslo 1982, prima di esplodere, di diventare un campione di prima grandezza, il fondista che sbaragliava il campo e non temeva nessun avversario. Ha deciso di chiudere la carriera alla fine della stagione 1994, a quarantaquattro anni.
Carlo Santi
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