A Sindelfingen gli Europei indoor di atletica del 1980 hanno ridato ossigeno alla massima rassegna continentale al coperto dopo l’edizione indimenticabile di Milano nel 1978. In ballo c’erano discussioni sulla formula del campionato con numerose domande sul futuro, come quella se non fosse il caso di aprire le porte agli atleti americani trasformando l’Europeo in un piccolo campionato del mondo. In Germania, nella Sporthalle di Sindelfingen, il primo marzo è arrivato il successo di Sara Simeoni - il suo terzo oro europeo nel salto in alto al coperto dopo quelli di San Sebastián 1977 e Milano 1978: saranno quattro a fine carriera con quello di Grenoble 1981 - in un’edizione caratterizzata da grandi risultati nei salti. Vale la pena ricordare che le due gare maschili di alto e asta sono state competizioni magnifiche, con i successi del tedesco federale Dietmar Mögenburg salito a 2,31, e del sovietico Konstantin Volkov che nell’asta è arrivato a 5,60.
Sara Simeoni con quetsa vittoria si è quindi portata a quota tre pareggiando la rivale Rosemarie Ackermann che ha primeggiato tre volte di fila, dal 1974 al 1976. A Sindelfingen Sara, che era la favorita, ha dovuto lottare per il successo. Difatti, a 1,93 si è trovata a dover inseguire l’ungherese Andrea Matay perché, per distrazione, aveva commesso un errore a 1,84, ma anche la polacca Urszula Kielan e sovietica Valentina Polyuko, alla fine classificate in questo ordine.
Stavolta la primatista del mondo, la Signora Duezerouno con il suo fantastico record realizzato a Brescia il 4 agosto del 1978, con determinazione e convinzione non si è lasciata sorprendere: 1,95 alla prima prova per vincere l’oro mentre le rivali non sono riuscite a domare l’asticella lassù. La Matay ha cercato, invano, il colpo a sorpresa tentando di dare l’assalto al primato mondiale indoor a 1,98 e dare valore al titolo vinto l’anno prima a Vienna. Vinta la gara, sconfitte le rivali, Sara Simeoni ha cercato il mondiale a 1,99, con il primo e terzo tentativo che non l’hanno vista fortunata e hanno lasciato nella veronese un pizzico di rammarico come era accaduto un mese prima, il 2 febbraio, nel Palazzo di San Siro a Milano quando ha vinto con 1,95 e ha fallito i 2 metri con l’asticella che, dopo aver vibrato, è caduta al suolo. Quello del 1980 è stato un inverno caldo per Sara che ai campionati italiani, disputati a fine febbraio sempre a Milano, ha superato l’1,96 al secondo tentativo e ha migliorato il suo primato al coperto tentando, ancora, il mondiale a 2 metri fallendolo ma dandole la convinzione che la misura era alla sua portata.
L’azzurra a Sindelfingen è tornata a vincere dove contava farlo, in una manifestazione internazionale con le medaglie in palio, e lo ha fatto aprendo nel migliore dei modi una stagione che la vedrà vincere, il 26 luglio a Mosca, l’oro olimpico con 1,97 a Mosca.
Carlo Santi
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