Il circo bianco nel marzo del 1967 è tornato in Italia dopo cinque anni con il classico Kandahar. Al Sestriere, sulla pista 9 della Banchetta, nella discesa libera femminile il 3 marzo l’azzurra Giustina Demetz, che era l’outsider sia pure di lusso, ha colto il successo, il primo di un atleta del nostro Paese in Coppa del Mondo, competizione nata nel 1966. La venticinquenne gardenese ha raggiunto il prestigioso risultato risultando prima alla pari con la francese Marielle Goitschel. Questo è stato l’unico successo in carriera in Coppa del Mondo, un successo importate che è arrivato undici anni dopo la vittoria, sempre al Sestriere, di Carla Marchelli nel 1956 in quella che è la più classica delle competizioni alpine, anche se allora la competizione non era di Coppa del Mondo.
L’unica amarezza di una giornata trionfale di quel 3 marzo 1967 per la campionessa italiana è aver dovuto dividere il successo con la rivale francese, sia pure sua amica, e questo è incredibile su un percorso di 2450 metri con 675 metri di dislivello e 30 porte: per entrambe 2’01”75. Già nel 1964, quando non si disputava ancora la Coppa del Mondo, Giustina Demetz aveva vinto la libera di Voss, in Norvegia, a pari merito con l’austriaca Haas.
Giustina, che è nata a Santa Caterina Valgardena il 27 aprile 1941, alle Olimpiadi di Innsbruck nel 1964 è stata undicesima nella libera e quattordicesima nel gigante. Due anni dopo, il primo agosto 1966 ai Mondiali disputati a Portillo, in Cile, è finita al quinto posto nella combinata e al sesto nello slalom gigante. Ai Giochi di Grenoble del 1968, dove era attesa al vertice, si è piazzata tredicesima nella discesa libera e ancora quattordicesima nello slalom gigante.
Felice per il successo al Sestriere, Giustina pensava già al futuro. «Il ritiro? Tra un anno, dopo le Olimpiadi del 1968 sulla pista di Chamorousse». A Grenoble, però, l’azzurra non ha raccolto quello che sognava e il ritiro è avvenuto un po’ dopo, nel 1970, il 15 gennaio a Bad Gastein, in Austria, giungendo nona nella discesa libera di Coppa del Mondo.
Nelle prime gare con la Nazionale azzurra, Giustina non è stata fortunata: rottura di una tibia nel 1958 a Montana e poi di un gomito l’anno successivo a Garmisch dovendo poi affrontare mesi duri per la riabilitazione. Ma non solo: nel 1960 grave distorsione di una caviglia. In famiglia il fratello Ernesto, paralizzato alle gambe da oltre dieci anni, gli altri fratelli e la mamma non volevano che gareggiasse più. Ma lei non ha dato retta a nessuno. «Continuo e quando smetterò aiuterò mamma nella gestione dell’albergo a Santa Cristina».
Nella gara al Sestriere, la Demetz nel tratto iniziale del bosco, a causa di una incertezza che le ha fatto perdere l’equilibrio, ha rischiato di cadere all’indietro, ma ha saputo riprendersi con un’acrobazia prima di terminare con uno stile impeccabile. Dopo l’azzurra e la francese Goitschel, che erano grandi amiche, il terzo posto è andato all’altra francese Steurer con 2’02”49 con il quarto posto della sorprendente diciassettenne svizzera Zryd con 2’02”53.
Carlo Santi
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