Tazio Nuvolari è stato per un trentennio un grande pilota. Di auto e di moto. Un autentico mito. A Montecarlo, quarta edizione del Gran Premio di Monaco, il 17 aprile 1932 Nuvolari si è imposto con la sua Alfa Romeo in quello che è definito un vero trionfo, suo e delle vetture italiane. Per illustrare questo trionfo va detto che soltanto tre vetture hanno compiuto i 100 giri del percorso (3180 metri ogni tornata) e queste tre vetture sono italiane: due Alfa Romeo e una Maserati. Il primo è il sorprendente Nuvolari, il secondo il tedesco Garacciola e il terzo Luigi Fagioli. Il record assoluto sulla distanza totale appartiene all’Alfa Romeo e a Nuvolari che ha impiegato circa tre minuti di meno di quanto impiegò Louis Chiron con la Bugatti nel 1931. Il record sul giro appartiene invece alle Bugatti: ma è stato Virzì il pilota che ha raggiunto il nuovo massimo. La prima vettura non italiana classificata è stata la Bugatti di Howe, fermata però quando mancavano ancora due giri alla fine.
Quel giorno a Montecarlo, affascinante circuito cittadino, la corsa fin dai primi giri ha assunto un ritmo affascinante. Chiron, il favorito dall’ordine di partenza, ha preso la testa del vertiginoso carosello mentre alle sue spalle si organizzava un implacabile inseguimento. Così, solo per pochi giri Chiron poteva ritenersi tranquillo al comando. Era Nuvolari che insidiava con una progressione inesorabile la marcia del leader della Bugatti.
Dopo dieci giri, Nuvolari che aveva dovuto rimontare diversi avversari, era a 17” da Chiron. Terzo posto per Williams davanti a Lehoux, Varzi, Borzacchini, Dreyfus, Caracciola, Fagioli. Il migliore sul giro era stato Chiron che al sesto aveva girato in 2’06” ma al dodicesimo giro Nuvolari scendeva a 2’04”. Tazio continuava ad avanzare e Varzi lo seguiva. Al giro numero 20 Chiron era ancora al comando ma Nuvolari era sempre più vicino, con Varzi adesso a 5” da Tazio.
Al trentesimo giro la corsa improvvisamente si decideva in favore di Nuvolari. In quell’attimo, mentre la lotta tra lui e il leader era sempre più serrata, con non più di venti metri di distacco, nel superare una leggera deviazione, Chiron urtava con la ruota di sinistra contro un sacchetto di sabbia all’inizio della banchina del porto. La macchina si impennava paurosamente, si metteva di traverso sulla strada, si capovolgeva due volte consecutivamente e si arrestava poi con le quattro ruote all’aria. E nell’urto con il sacchetto di sabbia il pilota veniva lanciato fuori dalla macchina. Soccorso immediatamente, si rimetteva in piedi senza particolari danni.
L’Alfa Romeo, per la prima volta in forma ufficiale al Gran premio di Monaco, che fino a quel momento era appannaggio della Bugatti, vi abbia raccolto subito la vittoria. Il solo inconveniente lamentato da Tazio Nuvolari è stata un’insufficiente alimentazione del motore negli ultimi giri, che il pilota mantovano ha dovuto compiere usufruendo del carburante contenuto in un piccolo serbatoio di riserva.
Carlo Santi
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