Progetto Nazionale ANSMES 2022.“Sport e Giovani: Il Ritorno al gioco”
Introduzione
Lo sport e l’attività motoria rappresentano uno dei principali contesti aggregatori giovanili del nostro tempo. Che siano svolti in città o in provincia, in forma agonistica o amatoriale, tra bambini o ragazzi, tra maschi o femmine, di squadra o singoli, lo sport e l’attività motoria riescono a coinvolgere attivamente i giovani, facendo vivere loro fondamentali esperienze umane e sportive. La letteratura scientifica internazionale ormai concorda sui benefici del movimento e molte organizzazioni internazionali hanno nel corso degli ultimi anni redatto numerosi documenti per sottolinearne l’importanza per la crescita dei giovani.
Le nuove linee guida dell’OMS “Every move counts” del 2020 su attività fisica e sedentarietà sottolineano l’importanza del movimento in tutte le fasce d’età e in particolare per le persone in condizione di svantaggio o con disabilità. Tutti i paesi devono implementare a livello locale queste linee guida, facendo leva sull’intersettorialità:
- Fare un po’ di attività fisica è meglio che non
- Aumentare la quantità permette di ottenere ulteriori benefici per la
- “Every move counts”, ovvero qualsiasi tipo di movimento, attività fisica o sport è utile al raggiungimento dei primi due obiettivi.
Nel documento, inoltre, si indica la quantità minima necessaria di attività fisica. Bambini e adolescenti dovrebbero raggiungere una media di 60 minuti di movimento quotidiano durante la settimana. Per questo gruppo di età è inoltre ribadita l’importanza di svolgere attività fisica da moderata a vigorosa, ed esercizi di potenziamento muscolare almeno 3 volte a settimana. Si forniscono quantità precise di movimento non solo per adulti e anziani, ma anche per donne in gravidanza e post-parto, persone con condizioni croniche (pazienti oncologici, diabetici tipo 2, soggetti HIV positivi) e persone con disabilità.
Nonostante i chiari effetti benefici forniti dalla letteratura scientifica e dalle linee guida internazionali, l’attività motoria nel nostro paese stenta ad essere fenomeno di massa giovanile. Se nel corso del tempo si è visto un graduale miglioramento, risultano ancora moltissimi i giovani sedentari o che non svolgono nessuna attività fisica, se non costretti dalle due ore settimanali di Scienze Motorie all’interno degli Istituti scolastici.
Già i dati pre-pandemici stimavano che giovani sedentari e obesi fossero una realtà del nostro
tempo che deve essere affrontata. In uno studio del 2019 pubblicato su Lancet, “Global trends in insufficient physical activity among adolescents: a pooled analysis of 298 population-based surveys with 1.6 million participants” di Guthold, si è evidenziato che a livello mondiale che l’80% dei ragazzi e il 90% delle ragazze di età compresa tra gli 11 e i 17 anni non riesce a raggiungere la quantità minima di attività fisica raccomandata dall’OMS. Mentre per i maschi il trend è in leggero miglioramento, per le donne non c’è stato nessun miglioramento negli ultimi 10 anni.
I dati italiani forniti dall’ISTAT nel 2017, nel rapporto “Stili di vita di bambin e ragazzi”, suggeriscono che i ragazzi hanno generalmente stili di vita che possono portare a situazioni di sovrappeso e obesità. Il 28,3% dei ragazzi tra 3 e 17 anni consuma quotidianamente dolci, il 13,8% non rinuncia agli snack salati e il 24,9% beve bibite gassate, scelte che contribuiscono a sviluppare sovrappeso e obesità.
Questi ultimi due anni hanno influito pesantemente sulla quantità e sulla qualità dell’offerta sportiva ed acuito tutti quei problemi legati alla sedentarietà e agli scorretti stili di vita. La socialità delle giovani generazioni è stata anch’essa fortemente alterata, sostituendo il contatto fisico con il distanziamento sociale e l’intermediazione forzata dei mezzi tecnologici (incentivando una maggiore sedentarietà). L’attuale situazione pandemica (che fortunatamente mentre scriviamo sembra in una fase meno grave) ha influito e sta tutt’ora influendo pesantemente quindi sia sugli aspetti fisici che psicosociali di ragazzi e ragazze. In aggiunta, le restrizioni imposte dal contenimento del COVID-19 hanno salvaguardato lo sport agonistico, escludendo totalmente però l’attività di base e quella promozionale.
Fortunatamente, si vedono anche spiragli di miglioramento. Innanzitutto, le restrizioni grazie alla campagna vaccinale e all’adozione dei dispositivi di protezione personale si stanno allentando. Gradualmente, anche se con molta fatica, i giovani si stanno riappropriando dei loro contesti sociali, in primis la scuola e successivamente lo sport. Il nuovo accordo tra Sport e Salute e il Ministero dell’Istruzione ha recentemente istituzionalizzato la figura del Maestro di Scienze Motorie e Sportive nella scuola primaria, dando finalmente seguito ad anni di battaglie per vedere riconosciuto il diritto a praticare regolarmente a scuola attività fisica di qualità con un esperto anche nella fascia 6-11 anni.
Per tutti questi motivi precedentemente elencati, adesso è il momento di spingere per far tornare i nostri ragazzi a praticare attività fisica in quantità e di qualità anche nei contesti extrascolastici, in particolare verso società e associazioni sportive che rappresentano la linfa vitale del sistema sportivo e del movimento italiano.
Obiettivi
L’obiettivo del presente progetto è quindi riportare i ragazzi a praticare attività fisica di qualità e nella corretta quantità. L’ANSMES vuole fornire un vademecum di possibili interventi e temi di interesse alle sue strutture periferiche. Al suo interno si troveranno tutta una serie di indicazioni e buone pratiche affinché si possano riportare i giovani a seguire sani stili di vita attraverso il coinvolgimento dello sport e delle attività motorie.
Nei paragrafi successivi sono elencati i possibili temi di intervento del vademecum che verranno sviluppati dalle strutture periferiche, tutti o in parte, a seconda delle specifiche esigenze del contesto di riferimento.
Analisi del territorio. La conoscenza dell’ambiente di riferimento è fondamentale per formulare una proposta sportiva di qualità. Analizzare punti di forza e di debolezza di un contesto permette ad ogni organizzazione sportiva di attuare una programmazione aderente alle esigenze del
territorio. Senza un’analisi accurata del territorio, l’organizzazione procede unicamente con tentativi senza una chiara strategia, tamponando senza prevenire eventuali situazioni di emergenza e dando vita a situazioni estemporanee, senza seguito, di durata limitata nel tempo. È necessario dar vita a progetti con programmazioni pluriennali, con obiettivi chiari e facilmente condivisibili per garantire la giusta continuità nel tempo e permettere la proliferazione della realtà sportive soprattutto dal punto di vista numerico, ovvero la quantità di persone coinvolte al suo interno.
Interventi a scuola. Nonostante l’introduzione della figura del Maestro di Scienze Motorie e Sportive nella Scuola primaria sembra finalmente partire, questo inserimento avverrà molto gradualmente. Il prossimo anno scolastico sarà inserito solo nella classe quinta, successivamente tra due anni scolastici anche nella classe quarta. Resta da definire il suo inserimento nelle classi inferiori. Per questo motivo associazioni e società sportive possono inserirsi, in accordo con la scuola, attraverso progetti sportivi per coinvolgere e farsi conoscere dagli studenti. In questo modo la scuola garantirebbe il diritto a un’offerta formativa di qualità, coinvolgendo al tempo stesso le realtà del territorio e ponendosi nuovamente al centro della vita dello studente come aggregatore positivo. Avere una figura di riferimento per le Scienze Motorie e Sportive all’interno della scuola sarà un punto di forza. Creare un legame positivo di interdipendenza potrebbe giovare enormemente a entrambe le realtà.
Parola all’esperto. Coinvolgere campioni sportivi attuali e recenti è un’ottima strategia per suscitare interesse e promuovere la disciplina di riferimento. Chi meglio di loro, può raccontare le emozioni, insegnare le tecniche e soprattutto trasmettere la passione? Diventa quindi fondamentale coinvolgere gli atleti in momenti di promozione sportiva e negli eventi sia all’interno degli istituti scolastici che nella realtà associative e societarie extrascolastiche, per incuriosire ed invogliare i giovani. Questi momenti saranno molto importanti per il campione sportivo se saranno inseriti in programma di formazione personale o di dual carrier o di formazione post carriera sportiva per permettere la transizione da giocatore a tecnico/dirigente/addetto sportivo.
Sensibilizzazione stakeholders. Lo sport non è un’isola, ma opera in un contesto sociale fortemente ramificato in cui intervengono diversi attori istituzionali e sociali. Promuovere una collaborazione prolifica tra la scuola e i suoi docenti (Istituti Comprensivi, Scuola superiore ed Università), enti locali (Comune, ex Province, Regioni), società e associazioni, enti sportivi (CONI, Sport e Salute, Federazioni, EPS) garantisce una migliore risoluzione dei problemi e una conoscenza accurata del territorio, indispensabili per la realizzazione di sinergie positive. Nel documento verranno fornite linee guida per conoscere le realtà e promuovere collaborazioni.
Mangia sano, gioca meglio. L’alimentazione e l’idratazione sono concetti chiave della prestazione sportiva. I giovani italiani non ricevono un’adeguata formazione sul tema dell’alimentazione ed infatti si abbandonano al consumo e all’abuso di junk food, alimenti calorici o che sbilanciano la dieta verso un solo macronutriente, bevande gassate, street food. Spesso questi cibi vengono dati come premio dai genitori, innescando meccanismi di condizionamento psicologico nei ragazzi. Senza dimenticare anche altri cattivi stili di vita come il fumo (che sta per essere sostituito dalla sigaretta elettronica pensando sia meno dannosa) o il consumo di alcol o sostanze proibite. Fornire una corretta educazione sia ai ragazzi che ai loro genitori, tramite esperti del settore, è fondamentale per la salute individuale e collettiva.
Includere, non selezionare. Nella pratica sportiva si è recentemente osservata una tendenza alla selezione anche nei processi di promozione allo sport. I progetti, gli eventi e le manifestazioni promozionali devono invece insistere su processi inclusivi che abbiano come obiettivo primario la partecipazione di tutti al di là delle singole condizioni di partenza. In tal ottica i tecnici e gli operatori sportivi devono essere formati e preparati. Quest’aspetto è tanto più importante soprattutto se si vuole collaborare con le realtà scolastiche, dove studenti H, DSA certificati e/o studenti BES di varia natura rappresentano una quota stabile all’interno dei percorsi formativi.
Guarda e impara. Le giovani generazioni apprendono abitualmente attraverso gli strumenti tecnologici, in particolare attraverso i video (non a caso YouTube è uno dei social che attira maggiormente i giovani tra 11-20 anni). Il loro uso corretto può essere un ulteriore mezzo di apprendimento se utilizzato correttamente. Questo progetto vuole quindi usufruire di questa metodologia di trasmissione e rendere nel complesso più coinvolgente i punti trattati precedentemente. Questo supporto tecnologico sarà molto utile anche per la disseminazione del vademecum.
L’ANSMES trasmette questo progetto ed il relativi temi di intervento del vademecum sopra elencati a tutti i presidenti e delegati regionali e provinciali che organizzeranno in ciascun territorio di propria competenza incontri, dibattiti, manifestazioni, eventi e iniziative per sviluppare e promuovere l’obiettivo primario del progetto che è quello che i giovani si avvicinino sempre di più allo sport e ritornino, dopo questo periodo di pandemia, a giocare in maniera sana ed intelligente. Il tema del progetto è ambizioso e al tempo stesso impegnativo ed affascinante, l’Ansmes, grazie al sicuro impegno dei nostri dirigenti periferici e dei propri soci appassionati e competenti, si pone l’obiettivo di migliorare e superare le oltre 60 iniziative svoltesi nel 2021 a livello territoriale con un convegno finale a livello centrale realizzate con il progetto “Lo sport abbatte i Muri” Per fare questo metteremo a disposizione tutte le nostre energie, le nostre esperienze e le risorse, non solo economiche, necessarie.
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Francesco Conforti Presidente Nazionale Ansmes